fujikko racconta | I ricordi non devono essere perfetti | SONY α7 III | Knowledge #264

Dotata di un sensore CMOS retroilluminato full-frame da 35 mm con circa 24,2 megapixel effettivi, la SONY α7 III consente scatti ad alta sensibilità e qualità. Con 693 punti di autofocus a rilevamento di fase e 425 punti di autofocus a contrasto, offre una messa a fuoco rapida e precisa. La stabilizzazione a 5 assi la rende una fotocamera versatile per molteplici scenari.

“Oggi non scattare foto.” Quando mio figlio mi ha detto queste parole, ho provato un po’ di tristezza e ho messo giù la fotocamera.

Senza la mia macchina fotografica, che di solito tengo sempre pronta, la giornata sembrava incompleta.

Ma, tornando a casa, mio figlio mi ha detto: “In realtà, avrei voluto che scattassi delle foto.”
Quando gli ho chiesto perché, ha risposto: “Se non le scatti, non possiamo rivederle né mostrarle ai nonni.”

Quando poi ha aggiunto: “Grazie per scattare sempre foto”, il mio cuore si è riempito di gioia.
Ho capito che immortalare i momenti quotidiani non è solo un atto di registrazione, ma anche un gesto di gentilezza verso chi li vivrà attraverso quelle immagini.

Per me, non è importante che la composizione sia perfetta o che non ci siano sfocature.

Al contrario, anche se la messa a fuoco non è precisa, l’immediatezza e le emozioni catturate nei momenti in cui i bambini corrono e giocano rendono quelle foto ancora più toccanti quando le riguardo.

Non è necessario guardare attraverso il mirino per scattare una foto; posso farlo anche correndo insieme ai miei figli.

Per questo, corro, mi sdraio e rido con loro mentre scatto. Quando mi diverto, anche mio figlio sorride, e questo si riflette nelle foto.

Le foto non catturano solo le espressioni, ma anche l’atmosfera e le emozioni del momento.

Inoltre, per una persona come me, che tende a portare molte cose, la compattezza della SONY α7 III è perfetta. È un compagno affidabile che si adatta alla mia vita quotidiana.

La fotografia è un mezzo per scattare immagini, ma per me è anche un modo per “accompagnare”.
Tenere una fotocamera può creare una distanza, ma attraverso l’obiettivo posso avvicinarmi al cuore dei miei figli.

L’“adesso” dei bambini passa in fretta. Proprio per questo, voglio catturarlo con cura e delicatezza.

Non deve essere perfetto, non deve essere ordinato.

Basta che il tempo e le emozioni vissute in quel momento siano immortalati in una foto, e questo è tutto ciò che conta.

Quando mio figlio mi ha detto “grazie” per le foto, è stato il momento più bello della mia vita.
Ripensando a quelle parole, trovo il coraggio di premere il pulsante di scatto.

Continuerò a osservare con delicatezza il “presente” dei miei figli e a scattare foto piene d’amore che si avvicinano alle emozioni più profonde.

Dopotutto, sono proprio i ricordi imperfetti a essere i più belli.