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2025.09.12

Perché ci affascina fotografare le rovine? | Knowledge #340

Le rovine sono “luoghi” che le persone hanno abbandonato, ma che conservano ancora la “memoria” della loro presenza. Non sono perfette né belle, anzi, proprio perché sono rovinate e trascurate, possiedono una forza narrativa unica.

In questo articolo esploreremo perché così tanti creativi sono attratti dalle rovine, analizzando sia l’aspetto sensoriale che quello riflessivo.

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Photo by kuu2028

La realtà unica delle cose in rovina

Ci sono momenti in cui ciò che è in rovina sembra più autentico rispetto a un paesaggio perfettamente curato. Carta da parati scrostata, finestre rotte, detriti sparsi sul pavimento: non sono semplicemente segni di “decadimento”, ma simboli visibili del passare del tempo.

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Photo by かんとりーまあむ藤井

Le rovine sono soggetti che rendono visibile l’invisibile: il tempo che scorre.

Un’assenza che lascia tracce

Negli spazi abbandonati delle rovine si percepisce chiaramente che “qualcuno c’era”. La disposizione dei mobili, le scritte lasciate, le tende sbiadite: frammenti di storie rimangono ovunque. Fotografare queste tracce significa entrare in contatto con il passato, dialogare con memorie silenziose attraverso l’obiettivo.

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Photo by shinobrikko

Fotografare tra bellezza e paura

Le rovine combinano una bellezza mozzafiato con un senso di inquietudine. Spazi troppo silenziosi, finestre illuminate dalla luce del sole, porte che si muovono al vento.

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Photo by TEN

Quando scattiamo in questi spazi, non stiamo semplicemente fotografando edifici, ma catturando le “oscillazioni emotive” che essi evocano.

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